E’ attualissimo leggere nello Specchio della Storia per cogliere gli echi dei protagonisti passati che conforme al remoto Omen Nomen si rivelano al di là del tempo, quali segni bene iniziando dalla vita del secondogenito Giovanni, figlio di Pietro Bernardone, mercante laniero e di Pica nobile provenzale. Il Padre allora assente alla nascita( 26 settembre 1182) e solo dopo quando ritornò gli impose il nome di Francesco, dal nome del tessuto pregiato che Lui importa dalla Francia, e commercia come fonte degli introiti della casata. Da una tela intessuta oltre Alpi , si srotola i filo del paradosso che lega tale NOME del tessuto fonte di ricchezza e che si ribalterà nel NOME del Santo più povero della storia che arricchirà con la vita ed esempio di Fede la Chiesa Cattolica. Si narra di una infanzia e giovinezza così avvolte dall’amore della Madre che bene gli insegnò il provenzale e poco il francese. Iniziò la scuola e l’apprendimento del latino, ma sarà affascinato dal provenzale, che come adolescente lettore accendeva l’animo sognatore per i versi sulle Armi , Cavalieri e Paladini di Francia, e il mito dei Cavalieri d’Artù , divorando i poemi e canti leggendari quando parteciperà alle feste ed ai convivi canori e spensierati o forse dissoluti. Sono i felici anni della giovinezza di Francesco non privi d’attrazioni e struggimenti e amori (?)mirando a diventare cavaliere e nell’avventura non senza quell’animo curioso , che fa breccia sensibile ala natura e alla ricerca e strane follie. E’ ossequioso al volere del padre, che lo segue nei viaggi di affari in Provenza (1199) per bene impratichirsi nel commercio. Le distrazioni non mancano al giovane Francesco che preferisce le feste e le serenate tra amici, tutti componenti della borghesia d’Assisi. Un Giorno al banco del negozio paterno, rifiuta di aiutare un povero che chiede aiuto. Poi è preso dal rimorso per tale villania. E’ il principio della crisi interiore, che lo porterà a mutare vita. Comincia a dare di testa trasognando di una bellissima dama che gli ha rubato il cuore. Gli amici di baldorie , non lo capiscono cosa sia questo misterioso improvviso innamoramento. Lui solo sa, che si tratta dell’amata povertà che tende i suoi invisibili lacci ,che invece di imprigionarlo nel ventre della balena, lo guidano alla totale libertà.- L’arcana sorte tira i fili della storia con l’elezione ai vertici della Chiesa (1198) di Innocenzo III papa a soli 38 anni, uomo dotato di grande fervore ed ingegno, ed austero asceta, autore del trattato De contemptu Mundi – sul disprezzo del mondo, già allora sentore del tempo di crisi tra chiesa e impero. Il Papa cerca di riacquistare prestigio religioso indicendo la Quarta Crociata incarnando un ruolo da papa e guerriero sino a guidare Lui stesso l’Esercito. Grandi eventi avvengono tra tanti fermenti di coscienze e tra i giovani ed avventurosi, proprio come Francesco, perché toccati dalle lotte intestine e scontro dell’Impero e il Vicario imperiale che assaltano la rocca nella città d’Assisi , che si liberà di colpo dal Dominio Tedesco. A cui seguono gli scontri e partigiani alla successioni al trono dell’Impero inclusa la guerra tra Perugia e Assisi(1200-2). E allora uno dai più ricchi cavalieri di Assisi, foraggiato dal padre, vede Francesco partecipare alla guerra, che si risolverà con la sconfitta di Assisi e così il giovane cavaliere Francesco finisce prigioniero e resta per un anno in carcere e così si ammala sinché il padre pagandone un riscatto lo libera. Le tetre mura della prigione hanno mutato l’uomo provato interiormente. Fantasia e riflessione sebbene confusa a mista religiosità che man mano portano a galla la strada, che in Lui inconsciamente è l’inclinazione evangelica, anche sotto la suggestione della proclamazione della Quarta Crociata di Innocenzo III° , fuori attorno nel mondo c’è grande frenesia , ma Francesco resta bloccato, intrappolato nella sua crisi e quella della sua Assisi,(1204) dilaniata dalle contese tra imperiali e il papato. In Francesco c’è un rigurgito da cavaliere che vuole lottare tra tanta confusione e realizzare se stesso e sogna quindi l’avventura militare come cavaliere. (1205) Francesco va all’avventura vestito di tutto punto come Cavaliere in Cerca di Gloria al seguito dell’armata di Gualtieri di Brienne, che rivendica Puglia e Sicilia soggetta all’imperatore tedesco. La salute debole di Francesco gli fa interrompere il viaggio dell’avventura guerresca. Una notte singolare ha un sogno in cui ode una Voce invisibile che gli intima di ritornare ad Assisi “ per servire il signore del cielo e non quelli della terra “ .
Eccoci alle svolta, quella che per bontà divina devia la vita. Influsso imponderabile che strugge l’anima. Quando l’uomo è toccato da Dio e così agli occhi degli uomini appare come Pazzo. La follia divina si impadronisce di Francesco, che invita tutti i suoi compagni di avventura ad una cena, in cui annuncia il suo sposalizio con Madonna Povertà.(1206). Gli altri lo prendono per pazzo, ma non il povero Demente che incontra per via e gli fa inchini, si toglie il berretto dalla testa e stende il suo mantello come ad un Re. (Vedi l’icona del folle che sente le voci celesti ). E’ la parodia premonitiva in strada che così’ va svelando il destino e che inducono Francesco ad andare a Roma a vistare le tombe degli apostoli, Pietro e Paolo. E pregare per essere illuminato sulla strada da perseguire. E mescolandosi nell’affollata Roma zeppa di pellegrini e mendicanti. Come un gioco scambia i suoi lussuosi abiti con quelli di un povero e fa la questua. Ma non sopporta la mascherata dell’invenzione del travestimento. Dopo questa esperienza , che confuso e turbato nell’animo , ritorna a Assisi. Capisce che la povertà va vissuto totalmente, e mentre vaga nella campagna, incontra un lebbroso, scende da cavallo per abbraccialo, vincendo paure e disgusto, perché abbraccia l’infetto lo bacia. Atto di grande abnegazione che eclissa tutti i suoi tentennamenti. Di slancio ha trovato la sua strada e ritorna nel luogo cin cui di solito si raccoglie in preghiera, la chiesetta di San Damiano ove è diventato amico del vecchio prete che accoglie Francesco come un figlio e proteggendolo dalle scenate del Padre, ormai furente di questi folli, mistici atti del figlio. Un giorno durante le ore di preghiera, Francesco di fronte all’altare con un Crocefisso dipinto, ode in latino la Voce di Cristo che gli ripete più volte : Va’ Francesco, restaura la mia casa che è in rovina ! – Francesco, va’ restaura la mia casa che è in rovina ! – Va’ restaura la mia casa che è in rovina, Francesco,!
Ubbidiente alla triplice esortazione , allora corre a Spoleto con un carico di stoffe di grande valore, sottratte dal negozio del padre. Vende tutto il carico e ritorna con il ricavato ad Assisi e così compra i materiali (pietre e calce) per restaurare la chiesetta di San Damiano, impegnandosi in prima persona. L’ira del facoltoso padre Pietro Bernardone è al colmo e vuole malmenare il figlio, ma è provvidenzialmente nascosto dal prete che lo protegge. I restanti denari della vendita vengono volontariamente restituiti al Padre, ma questi non demorde e denuncia il Francesco ai Consoli della città per furto e abbandono della casa. Francesco non intende ubbidire alla richiesta salvo se solo convocato dall’autorità della Chiesa, la sola che riconosce. Interviene il vescovo di Assisi, Guido che saggiamente consiglia il giovane ad assecondare il Padre. Ma Francesco innanzi a tutta la presente cittadinanza curiosa si denuda d’ogni veste ed avere rinunciando così ad ogni possesso o ricchezza derivata dalla sua facoltosa famiglia. (1207-12 aprile). SI affida all’autorità della Chiesa proclamando ¨Padre nostro che sei nei cieli non più Padre mio Pietro di Bernardone ! Ed il presente Vescovo sollecitamente ricopre il corpo nudo del giovane con il suo mantello. E ordina una veste da sguattero e mantello per come veste. Francesco vi aggiunte sopra il segno di una Croce e si ritira nel monastero benedettino di Valfabbrica e dopo va a Gubbio con amici, simpatizzanti. Poi subitamente riprende il restauro di San Damiano, mendicando pietre e calce e lavorando allo steso scopo nelle altre chiese di San Pietro della Spina e Santa Maria degli Angeli. E presto il suo esempio e vocazione hanno effetto su altri giovani suoi compagni d’Assisi. Due nobili , colti amici giuristi, Bernardo di Quintavalle e Pietro Cattani decidono di seguire Francesco, sono i primi ad accorgersi della santità del mite Francesco che visto ritirato A pregare , in casa loro, cade in estasi durante la notte. Sono questi i primi tre pazzi o folli che calamitano l’ammirazione e la solidarietà della gente. Tanta fede e povertà soggiogano pure Silvestro, un prete di Assisi ricchissimo ed avaro…che aveva venduto le pietre per restaurare la chiesa e pretendeva il dovuto. Silvestro colpito da una crisi di rimorso passata la notte si sveglia mutato e convinto a farsi povero come Francesco. Il numero dei proseliti aumenta con un contadino arguto, Egidio. L’estate è promettente perché altri si aggiungono ,Filippo il lungo ed il Morico: il piccolo. Egidio e Francesco incominciano a predicare se capita che Francesco non riesce a farsi capire, Egidio spiega alla gente. Gli altri si dirigono a predicare in Umbria( Bernardo e il Cattani) Avanzando l’inverno il giovane fraticello va a predicare nella Valle di Rieti, dando inizio a Poggio Bustone ad un romitorio. Nasce così l’impellenza di dare struttura al gruppo e ordine religioso, ma stenta a concepire la formula che non si conformi a nessun altro Ordine. Non sono ancora ben chiare a Francesco le cose astratte dell’Anima ispirata, che inducono nel pensiero apparentemente folli e visionarie allucinazioni evangeliche e in crude vesti da eremita.
1209 24 febbraio – La lettura del Presagio – accade che secondo l’uso dei tempi remoti ,Francesco dopo avere ascoltato messa a San Niccolò, ricorre al consulto dei Vangeli per conoscer la Volontà di Dio – che fa aprire per tre volte le pagine a caso (il Curato Rabelais dedica un notevole capitolo in Gargantua con chiari esempi al fine di consultare testi e trarne le Sorti, da antichi scritti e testi come Daniele…). I versi ritrovati sono le parole di Cristo che dice: “ Se vuoi essere perfetto, va’ vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri e poi seguimi…Non portate nulla per strada, né saldali né bisaccia… non preoccupatevi di ciò che mangerete ” – Francesco prende alla lettera il monito evangelico. Cambia la veste ed indossa un rude sacco da villano e cinge la vita con un cordone raccattato tra i rifiuti. Così miseramente bardato incomincia a predicare tanto in città e circostante campagna ove si guadagna il pane aiuta i contadini nei lavori dei campi e poi si nel tempo rimasto, si vota all’assistenza dei malati, lebbrosi (San Lazzaro)e degli infelici che raccomanda ad imitazione di Cristo con il Samaritano. Lui e i compagni ormai sono riconosciuti come Chierici. Ma non si capisce ancora a che Ordine appartengono. Contemplativi, raminghi, anacoreti dediti alla preghiera, lontani dal mondo annunciatori del Vangelo ad ogni gente. Ma amano anche isolarsi per pregare in silenzio e raccoglimento edificando alcune dimore di paglia (capanne). Intanto l’Imperatore Ottone IV è stato incoronato dal papa a Roma e nel suo ritorno viene evitato da Francesco mentre due frati gli preannunciano la brevità del suo regno. Due anni dopo l’imperatore è defenestrato dalla Dieta di Norimberga. La fama del vaticinio si diffonde e Francesco va a predicare anche in Assisi che ora la città lo ascolta e non lo crede più matto.
1209- Santa Maria degli Angeli diventa il punto di ritrovo dei compagni con altre capanne per i nuovi proseliti. Ora sono diventati 12 e per predicare occorre il permesso di predicazione ufficiale del clero. Francesco necessita quindi dell’approvazione ecclesiastica, che il vescovo Guido lo incoraggia a richiederla al papa andando a Roma ove lo precede raccomandato al Cardinale Giovanni di San Paolo, che allora lo presenta a Innocenzo III° . Presentatosi in mala veste, viene scambiato per un porcaio e l’equivoco viene fugato solo dopo che il Papa stesso si appisola ed ha un sogni premonitore in cui vede il frate in atto di sostenere una Colonna della basilica del Laterano in procinto di crollare. Allora richiamato alla presenza del Papa che lo ascolta e approva a voce la forma di vita di Francesco. Il Cardinale di San Giovanni traccia subito con cesoie d’argento, il cerchio della tonsura sul capo del fraticello. Ora è chiaro che è nato così l’Ordine dei Frati Minori è nato e riconosciuto alle dipendenze del Vescovo di Assisi. Ma Francesco sogna un Ordine che senza privilegi, mura, proprietà, vada ramingo ovunque seguendo i tre voti- povertà, castità, obbedienza. Quale esempio per tutti chierici, laici e profani. L’Ordine affronta il mondo con tali intenti e fraternità spesso irriconoscibili per le poveri vesti e mezzi che nascono degli equivoci e proteste.
Perché non si è persa la memoria di un altro, religioso più nelle vesti della follia evangelica, Peter Waldo(1170)agiato mercante di Lione, in Francia che convertitosi rinunciò ad ogni suo avere e prese a vagabondare per il paese in volontaria povertà. Tale vocazione e rinuncia e dedizione alla povertà, gli attirò persecuzioni ma anche seguaci, denominati i “ Poverelli di Lione ” . La Chiesa di Papa Lucio II nel 1183 scomunicò i seguaci di Waldo, i Valdesi perché si rifacevano alle Scritture ma rinnegando l’autorità del pontefice. I Valdesi non si facevano mai il segno della Croce e rifiutavano di adorare il Crocefisso, quale macabro strumento di tortura. Nonostante la scomunica i nuovi eretici prosperarono in varie zone della Cristianità, dalle Alpi Cozie ai con fini italo-francese, i loro intrepidi missionari si diffusero in Francia e in Germani del sud e nell’Italia Settentrionale L’Inquisizione operò con grande ferocia così lungo i secoli. I ministri di questo culto si celarono per non farsi riconoscere, altrimenti subivano la pena di morte. E purtroppo il grande analfabetismo dell’epoche fu la grande difficoltà di insegnamento mancando testi, libri ovvero gli strumenti didattici più significativi del millennio. Francesco venuto dopo e ben consapevole di quanto avvenuto in Francia ai Valdesi, invece si rivela umilissimo ubbidiente all’autorità della Chiesa, e quindi nessun malinteso alla sua predicazione in Chiesa, (1210) ha le sue folle(in san Giorgio e san Ruffino in Assisi). La fiamma del proselitismo porta nell’Ordine , il prete Leone , che sarà la spalla dell’Ordine diventando il consigliere ,il confessore, l’infermiere, lo scriba di Francesco che ama denominarlo “pecorella di Dio “ . La presenza di Francesco in Assisi che acquista credibilità e prestigio tra il popolo a tal punto da condurre ad un Giuramento di Concordia tra le due parti in lite, ricchi e(guelfi e ghibellini)servi, manovalanza – lavoratori della gleba, Una rivoluzione sociale che getta le basi d’uguaglianza tra i cittadini ma avendo l’aristocrazia pure un indennizzo per i beni espropriati. Una missione civile che l’esito felice va attribuito a Francesco. All’orizzonte le nuove minacce dell’imperatore Tedesco Ottone IV che pretende l’Italia, ma l’intrepido Innocenzo III, invece lo scomunica. Quel Giovanni di Brienne che Francesco sognava di servire come Cavaliere nel col tempo diventa, Re di Gerusalemme.
1211- Francesco a bisogno di luogo o stanziarsi con i suoi fraticelli per pregare lavorare e riunirsi. Richieste vengono fatte al Vescovo ed ad altri prelati. I benedettini camaldolesi del Monte Subasio cedono ai fraticelli la cappellina di Santa Maria degli Angeli con il terreno circostante, da loro bonificato con tanto di sudore e fatica. Francesco allarga la sua predicazione dall’Umbria alla Toscana. Un nobile e ricco di Cortona ,Guido Vagnotelli si fa frate. Nasce un nuovo eremo in cui sovente Francesco sosterrà. In Francia per ordine di Innocenzo III° si scatena la persecuzione contro i Valdesi ad opera del Conte Simon di Montfort Tolosa è assediata e avviene una strage di eretici albigesi. Nel medesimo anno dei pellegrini giovanissimi “ la crociata dei fanciulli” partiti per la Terra Santa vengono sterminati. La religione mostra le sue facce più atroci e fanatiche del tempo.
1212-12 marzo – La notte dopo la Domenica delle Palme ,passata la Quaresima che ha visto Francesco predicatore a San Ruffino) vede la conversione di Chiara(Offreducci) più volte entrata in relazione il fraticello. A Santa Maria degli Angeli ,Francesco l’attende con luminarie, salmodiando nell’essere consacrata a Cristo. Nasce il rituale del taglio dei suoi lunghi capelli, e avvolge il capo con un velo nero e fa indossare un saio nero-grigio, non senza una dura reazione della sua ricca famiglia degli Offreducci , la sposta in vari conventi di monache benedettine e poi scemata la collera , la ospita a San Damiano nell’edificio restaurato, ove ha già profetizzato che vi avrebbero dimorato molte povere dame. Nasce la leggenda che il frate predica pure agli uccelli o invita la cicala a parlare-cantare. A Firenze riceve nel suo ordine altri nuovi fratelli(Giovanni Parenti, e di Pisa, Alberto e Agnello).Il progetto di Francesco con Chiara avvia il primo gruppo di Clarisse segregate in strettissima clausura e mezzi di sostentamento. Un rischioso progetto che manterrà fede nello spirito e nelle volontà di Francesco per oltre diciassette anni dopo la morte del Santo Frate, nonostante le offerte di mitigazione di Papa Gregorio IX alla totale povertà. Chiara e Francesco sono il binario della continuità fondatrice della grande famiglia francescana( frati minori, clarisse, terzo ordine) .
1212- Francesco che è sempre stato contrario ad ogni Crociata-guerra voluta dal Papa contro i maomettani. Va a Roma per chiedere a Innocenzo III° l’autorizzazione a scender in Terra Santa per annunciare il Vangelo ai saraceni. Il Papa perplesso non si oppone. Mentre è a Roma Francesco attrae nella sua cerchia Jacoba de’Settesoli,vedova nobile madre di due figli, che matura una grande amicizia ed attaccamento, e così denominata dal santo, frate Jacopa, che lo proteggerà con infinita devozione soprattutto negli istanti della sua più dura malattia e dispiaceri. Ci sono contrattempi per il viaggio in Terra santa che invece da Rimini partirà da Ancora. Mentre nell’Ordine in crescita ci sono i primi conflitti di assestamento che richiedono la sua presenza. Alla testa dell’Impero , in Germania viene riconosciuto ed incoronato Federico II (a 18 anni) nella città di Aquisgrana, antica sede di Carlo Magno.
1213 – Francesco ama il raccoglimento e si ritira per la Quaresima nelle isole del Lago Trasimeno. Digiuna. Fisico provato con cui riprende a predicare in Toscana ed a Montefeltro proprio mentre si celebra un torneo, feste ,duelli, canti cavallereschi, trovadori e menestrelli tali da ridestare nostalgie. Francesco interrompe la festa e polarizzando l’attenzione cantando un suo ritornello . Cavalieri e presenti sono stupiti , ma la fama del santo non è indifferente. Orlando Cattaneo signore di Chiusi, presente ammaliato dalla fama del frate, finalmente può conoscerlo e dopo in dispare, si confida e chiede consiglia per la sua anima. Tale è la venerazione per Francesco che gli dona un Monte di alti picchi di Roccia , ideale per l’isolamento e la preghiera, il sito sopra Bibbiena si chiama la Verna quel famoso monte che dopo undici anni, vivrà il frate la perfetta imitazione di Cristo, nel segno della Croce poi impresso nella sua carne, durante la visione.
1214 – Nella Porziuncula ,presso Santa Maria degli Angeli, Francesco raduna il primo capitolo dell’Ordine che da allora si ritroverà ogni anno nel giorno della Pentecoste. Nell’ideale giorno della discesa katabasi del Paracleto o Anemos che soffia dove vuole secondo la fede cristiana e che illumina chiunque pregherà in numero di Tre. Nell’estate Francesco si reca a visitare la Verna, donatagli antecedentemente dal conte Orlando. Non mancano i benefattori che lo accolgono già con ripari e capanne e cibarie, viveri per lungo tempo. Un lutto romano rattrista il frate con la scomparsa del Cardinale protettore dell’Ordine , Giovanni di San Paolo. Si compie anche un’annata di viaggi prima verso la Spagna e poi visita il famoso santuario di San Giacomo di Compostella (Galizia) mirando anche la Marocco, ma il viaggio muta perché il frate accusa un male agli occhi che poi si peggiorerà nel tempo. Ritorna ad Assisi ed accoglie allora l’abruzzese Tommaso da Celano che sarà il suo primo fedele ed illustre biografo.
1215 – Francesco è a Roma dove Innocenzo III dopo l’apertura del Concilio Lateranense decreta come pontefice e cardinali e vescovi indice la Quinta Crociata per restituire alla Terra Santa la libertà di Cristo…non senza indulgenze particolari a chiunque vi parteciperà, uguali a quelle concesse a chi viene a Roma vistare le tombe di Paolo e Pietro. La pompa magna della Chiesa infastidisce Francesco che fa una breve apparizione al Concilio…e deluso subito riparte perché contrario alla Crociata , che è solo un tradimento del suo sogno invece di andare ad evangelizzare invece di guerreggiare o di morire martire, invece di arrecare la morte ai saraceni. Punto focale di tale scelta che ora dopo Otto secoli dalle Crociate ci impone di riflettere qual enigma o epanalessi contraria effettivamente avvenga sotto una Chiesa con a Capo Francesco I°. Che nell’anno 1216(Il Sedici non porta bene…) scompare improvvisamente Innocenzo III° a Perugia(Perouse la città che ha emblema la Rosa…) ove era di passaggio con la sua corte. Il corpo lasciato incustodito subisce sacrilegio perché depredato dai ladri(sacrilegio) Francesco accorre per pregare per il papa che gli è stato padre ed amico e qui conosce il prelato francese Giacomo di Vitry che rincontrerà poi nel suo viaggio in Egitto nel campo dei Crociati, che diverrà il futuro storico dell’Ordine. A Roma il 18 luglio sale al pontificato l’anziano romano cardinale Cencio Savelli con il nome di Onorio III°. Con alle sue dipendenze il nipote di Innocenzo III°(Ugolino poi Gregorio IX). Da uomo di fiducia del papa riesce ad ottenere dopo molte insistenze da nuovo papa , una indulgenza plenaria per Francesco per la Chiesette di santa Maria degli Angeli pari a quelle delle Basiliche romane e Luoghi Santi. Intanto il papa si organizza a far svolger la Crociata contro I Saraceni in Terra Santa voluta dal suo predecessore, sotto l’ala proprio di Giacomo di Vitry ,divenuto arcivescovo e guida di Giovanni I° di Brienne, re di Gerusalemme, quel casato nobile francese che in gioventù Francesco volle sognare di entrare al suo seguito come cavaliere.
1217- 14 maggio. C’è il grande raduno del Capitolo nella Porziuncula con Francesco a Pentecoste e con più di mille frati giunti da tutta l’Europa. Vengono nominati i ministri provinciali , responsabili delle varie Circoscrizioni nazionali, geografiche dell’Ordine. L’interesse di Francesco si focalizza sula Palestina, ove invia i suoi emissari come frate Elia Bombarone da Cortona, che ha grande talento organizzativo ed operativo. Francesco stesso ama andare nel luogo a dirigere l’Ordine, come in Francia , la viene saggiamente fermato a Firenze dal cardinale Ugolino che si rivela così suo protettore e consigliere ufficiale per i rapporti complessi con la Santa Sede- Curia Romana. In Francia va frate Pacifico, nella terra di sua madre quale uomo di lettere laureato noto verseggiatore alla corte di Federico II° . Sul fraticello soffia il vento della Provvidenza perché riceve al suo ritorno ad Assisi , da Madonna Colomba ,il dono di un eremo di Fonte Colombo. Eremi e monasteri e chiostri si diffondono con nuova popolazione. Francesco a fine anno è a Roma per concordare coordinare con il cardinale Ugolino e Onorio III° la linea dell’Ordine e concepire ,stilare le strutture istituzionali e regole disciplinari.
1218- I Frati minori trovano piena garanzia con la lettera apostolica – pubblicata da Papa Onorio che garantisce ai vescovi ed autorità cristiane della piena ortodossia dei frati di Francesco. Il cardinale Ugolino partecipando al Capitolo di Pentecoste, diviene ufficialmente protettore dell’Ordine. Tutto per far ordine agli equivoci e dolorosi incidenti avvenuti in Germania dove i frati non sapendo la lingua locale che sono scambiati per ladri, fannulloni, delinquenti, e così picchiati e denunciati. Emerge per Francesco la necessità di una preparazione prima di essere inviati in luoghi stranieri. Aspetti della Logica razionale che ha le sue norme che stanno in antitesi con la grande fede del frate che ritirato nella VERNA (In Toscana)vive una tentazione notturna tra la neve e il porsi in nudità nella gelida notte attorniandosi di fantocci di neve che dice sua moglie, figli e servi. Solo i folli possono cambiare il mondo , da nuova e così epanalessi-ripetizione giunta sino ai nostri giorno(Job )che vale nello spiegare in parte lo slancio di Francesco nella sua estasi meditativa.
Il 29 maggio 1218 – Parte la belligeranza cristiana che vede l’Esercito Crociato sbarcare la flotta nel Delta del Nilo ed assediare Damietta. Il sultano Malek el Kkamil ed Adil- il principe perfetto(Khamil), propone ai Crociati la cessione di Gerusalemme in cambio delle terre occupate in Egitto. Un’offerta che il legato pontificio cardinale Pelagio a capo dei Crociati invece rifiuta. L’assedio bellico riprende con furore e che causerà conseguenze lungo la storia marcate da quel solco profondo fatto di sangue e stragi tra le Due…Grandi Fedi e gli incalcolabili contraccolpi che pesano ancora sulla nostra storia !.
26 maggio 1219 – Il Capitolo dei Francescani riunito nella Pentecoste, invia frati in Spagna, Germania, Ungheria, Marocco. Nel paese arabo cadono i primi martiri(cinque frati ) ad opera del sultano Abu-Jakob , l’Emiro dei credenti. E’ il primo battesimo del sangue dell’Ordine dei frati minori martiri, che fa esultare Francesco. Galvanizzato dall’evento Francesco pare per l’Oriente e giunge a Damietta per avverare il suo sogno di predicare il Vangelo e diventare Martire. Mette in guardia l’esercito Crociato della prossima sconfitta, ma viene irriso. A disfatta avvenuta , l’autorità della Chiesa permette a Lui ed a frate Illuminato da Rieti, di recarsi disarmati all’accampamento del Sultano. ,che colpito dal coraggio e dal mie religioso, lo accoglie con rispetto e lo coma di doni, dopo averlo ascoltato con sentimento. L’ospitalità sacri degli arabi, sconvolge i piani di Francesco d’incontrare il Martirio. Qui la storia non ci dice come Francesco abbia saputo dialogare in arabo ? E come abbia detto per convincere con la sua parola l’Emiro arcanamente così ben disposto nei suoi confronti da lasciarlo ripartire incolume. Francesco deluso ritorna così nel campo Crociato e riprende la via dell’Italia. Nel mese di novembre i crociati con una immane strage, riconquistano Damietta. ..e Francesco sula via del ritorno è amareggiato dal conflitto che si dilata nel soqquadro sino alla Terra Santa e i contraccolpi che avvengono nell’Ordine.
Nel pieno iberno del 1219 – Ritorno di Francesco in Italia, A Bari con altro compagno che lo informa sulla crisi che travaglia l’Ordine e le minacce di comunica ed espulsione, sarà ospite di Federico II nel suo castello imperiale, sensibile a questo singolare annunziatore di pace e uomo di Dio, così lo spia nascosto dietro una fessura, per constatare la santità che tutti dicono. E così due diversissimi cristiani uno l’imperatore scomunicato e il frate pacifista. Il viaggio continua e Francesco salpa per Venezia e sosta nell’isoletta del Deserto, ove prega. Affronta poi le beghe con gli altri frati di Bologna che hanno innalzato il primo convento in muratura. Si mostra indignato e corre a Roma con i suoi fidati consiglieri per consultarsi con il cardinale protettore e Papa Onorio. Decide di rinunciare al governo dell’Ordine nominando suo Vicario, Pietro Cattani. Lo storico Giacomo di Vitry in una epistola nella Storia Occidentale così la notizia di Francesco e dei suoi frati minori con grandi elogi e riserva prudenziale…per certi spontaneismi naif di quel tempo.
1221- 10 marzo scompare Pietro Cattani, e Francesco deve indire il Capitolo generale con tremila frati presenti costretti a dormire all’addiaccio sulle stuoie per alfine nominare il nuovo vicario in frate Elia. Nel col tempo è approvata la Nuova Regola ,in merito alla povertà rigorosa che incontra forte ostilità dai ministri padri provinciali. Parte la grande spedizione verso la Germania guidata da chi conosce il tedesco Cesario da Spira. Il Papa Onorio III° ben approva il Memoriale Propositi , l’abbozzo della Severa Regola dei seguaci di Francesco, nell’imitare il suo esempio ed senza equivoci, il Vangelo. Allora nascono i penitenti(incluse le donne) che verranno denominati “ Terziari francescani ” e poi “ Ordine francescano secolare “.
1222- Federico II è consacrato imperatore del Onorio III° sia promettendo di presto indire una Crociata per liberare Gerusalemme. Ma sono promesse -parole al vento, perché nemmeno questa volta tiene fede all’impresa, deludendo il papa. Preferisce regnare sulla Sicilia circondato da letterati e artisti e dedicandosi all’uccellagione ed all’Ittica. Governa diplomaticamente e ancora promette al Papa una vasta pacificazione sognando, un’Italia riunita senza più guelfi e ghibellini. Lontano, oltremare in Oriente proseguono le sorti del conflitto vedono i Crociati bloccati a Mansura, dagli islamici impediti di arrivare al Cairo contro l’Emiro Malik ed Adil. In Italia, a Bologna in Piazza Maggiore, grande folla per ascoltare Francesco ove predica il 15 agosto, ottenendo molte conversioni, ingrossando così l’Ordine con uomini di cultura, sia del clero e del popolo. Il Poverello d’Assisi sarà così più impegnato sull’avvenire dell’Ordine e cerca solitudine e raccoglimento , con il ripercorrere la strada del Sacro Speco di Subiaco di San Benedetto, ove cinque secoli prima, fu dato il via al monachesimo medioevale. Sarà il luogo sacro ove più tardi il maestro Conxulos, vi farà il ritratto di Francesco nella cappella benedettina , ancora senza stimmate ed aureola, primo genuino ritratto del santo che si conosca .
1222- estate . Ora sulla scia del mito di Francesco, uno sconosciuto frate portoghese, Antonio da Lisbona, nobile ricco ,pure laureato in teologia e diritto canonico , si fa frate minore da monaco agostiniano , vive la traversia del naufragio dal Marocco al Portogallo, invece il mare lo porta sulla costa siciliana. La sua missione di predicare il Vangelo in Marocco, devia perché dalla Trinacria, Antonio punta ad Assisi e così si aggiunge al Capitolo delle Stuoie, e riceve l’incarico d’essere assegnato all’eremo di Forlì (Montepaolo). Si rivela un ottimo predicatore e dimostra una genuina santità di vita e di dottrina. Francesco bene allora gli affida il compito di insegnare ai frati la Sacra Teologia. E’ l’inizio della Culturazione dell’Ordine che porterà prestigio e dignità sino a occupare Cattedre prestigiose, di Parigi, Oxford, Bologna, segno di una svolta storica. Il dotto frate portoghese complemento così affine a Francesco e poi italianizzato Antonio di Padova, muore e subito diventa subito un santo taumaturgo il più venerato e pregato del mondo cattolico. Bilocazioni, apparizione costellano l’esistenza dei santi frati, chi appare in Spagna(Antonio) o in Francia al Capitolo dei frati di Arles in visione, Francesco ancora vivo conferma quanto frate Antonio bene insegna. E sia nella Visione del frate ,vede l’Albero come metafora che cresce verdeggiante a simbologia dell’Ordine . (images dell’albero)
1223- estate- E’ l’anno della Regola definitiva dopo varie correzioni dalla prima del 1221 cassata dal cardinale Ugolino e da frate Elia. Ha posto l’ulteriore correzione del cardinale Ugolino che poi sarà approvata solennemente da Onorio III°. Nel medesimo anno avviene la prima rappresentazione celebrata da Francesco in veste di diacono, la liturgia del mistero dell’Incarnazione e nascita di Cristo. Tutti i presenti assistono al miracolosa apparizione del Divino BAMBINO, che è abbracciato e baciato da Francesco. Tale è la nascita del presepio che sarà eternato nell’arte, poesia e folclore popolare, pristina immagine del Natale cristiano, quasi rievocando quel bimbo divino o Tagete d’origine etrusca.
1224 – Francesco vive gli anni dolorosissimi a causa dei malanni che lo affliggono alla vista. Compone la Lettera: A tutti custodi, a tutti gli ecclesiastici, a tutte le autorità, a tutti i cristiani, ect. Ma non è il solo male da sopportare oltre le traversie dell’Ordine. Si raccoglie allora con Leone, Masseo, Tancredi, Silvestro e Illuminato sulla Verna per passare la Quaresima di Sam Michele , in attesa della festa dell’Esaltazione della Croce. Il 14 settembre quasi all’alba ha la Visione del Serafino alato che gli trasmette sulle mani e sui piedi e costato, i vulnus-le ferite di Cristo in Croce. Riceve così il Sigillo , le Stimmate che lo faranno venerare vivente, poi ritorna ad Assisi come novello Cristo…sul dorso di un mulo mentre la gente lo circonda come un “ santo “. Avanza l’inverno e lui ancora cavalca infaticabile a predicare sino nelle Marche, ormai cieco , malato così all’estremo nel fisico.
1225- Francesco quasi al limite delle forze, è convinto da Chiara a riposarsi restando a San Damiano, ritirato sotto un tetto di frasche a modo di cella , nel giardino del monastero. Qui ha la visione di Cristo che gli condona ogni peccato ed ispirato compone il Cantico delle Creature o del Frate Sole. Viene coinvolto dal conflitto scoppiato tra il podestà ed il vescovo, a causa di una proprietà e Francesco opera per rappacificarli con l’aggiunta di una strofa al suo Cantico, sul perdono e così manda i suoi frati a cantar davanti a due, che subito si riappacificano. Intanto la sua vista peggiora nonostante l’intervento del cerusico di Rieti che è medico ala corte del papa. L’intervento fallisce ,ed invece del miracolo il santo viene tormentato con la cura brutale di ferri roventi alle tempie, convinti così di restituirli la Vista, infliggendogli ulteriore pena e strazio, oltre che essere una premonizione che chi perde la vista….muore.
1226- Urgono altre cure e quindi Francesco è portato a Siena , invece peggiora e chiede di ritornare ad Assisi. Sosta ospite di alcune settimane del vescovo Guido, sorvegliato dai soldati perché fosse morto improvvisamente il suo corpo non sia trafugato. Ma a fine settembre ritorna a santa Maria degli Angeli e lungo il tragitto vede per l’ultima volta la sua città che benedice con amore e rimpianto. Poi così rientrato nell’eremo , che entra in agonia e prima riesce a mandare un messaggio a frate Jacopa, per accorra con il sudario e dolci preferiti. Ma Jacopa è già sula porta del convento , presagendo l’evento. Nell’imminente fine, Francesco chiede di essere denudato per andare ignudo incontro a Cristo ignudo – frate Elia invece lo vieta. Francesco recita i sette i sette salmi penitenziali e poi benedice tutti i frati sulla terra , presenti e futuri dell’Ordine. Poi chiede silenzio quanto necessario a percorre un miglio di strada, e in quel silenzio finalmente incontra Sorella Morte– rotto da singhiozzi dei suoi frati astanti.
1226 – 4 – ottobre E’ traslato il corpo di Francesco tra canti e preghiere sino ad Assisi, sostando anche a San Damiano. Ma al passaggio innanzi al convento delle Clarisse , che sono divelte le inferriate della clausura, la salma sia così introdotta perché le compagne e Chiara possano dare l’ultimo saluto. Il corteo riprende il trafitto sino alla chiesa di san Giorgio, in Assisi, ove il frate è intombato in attesa d’essere più solenne celebrato, cosa che i frati Ugolino e Elia stanno studiando. Infatti solo nel 1253, scomparsa Chiara, morta a san Damiano che sarà trasferita nella stessa chiesa, per due anni dove era sepolto Francesco. E là riposa nella cripta
della basilica costruita dopo, nel celebrare la sua santità accanto al grande fratello con cui condivise e testimoniò il sogno del Poverello di Assisi.
1227 – 18 marzo – Scompare Onorio III° e il cardinale Ugolino diventa papa con il nome di Gregorio IX. Scomunica Federico II° re di tante promesse e vane e crociate. , l’imperatore minaccia di prendere Roma e conquistare il Campidoglio. Il papa fugge a Viterbo. Poi a Pasqua una rivolta popolare sobillata dai sostenitori dell’Imperatore, mettono in fuga il papa sino a Rieti e a Spoleto. Ma Gregorio nel 28 giugno apre prontamente il processo di canonizzazione di Francesco. Finalmente Federico II° si decide di combatter la sua Crociata, sebbene scomunicato e per trovare un accordo con i Sultano Malek- el Khamil senza spargimento di sangue. Fatto l’accordo (Trattato di Giaffa)si entra pacificamente in Gerusalemme. Defenestra Giovanni di Brienne e si incorona Re, misteriosamente concretizzando pacificamente il sogno di Francesco dopo tanta lotta per il Santo Sepolcro di Cristo. 1228- E’ stesa ad opera di Tommaso da Celano la Vita prima di san Francesco, quale biografia voluta dall’ex frate ora Gregorio IX. Le Pagine di storia e di leggenda.
1228- 16 luglio Una folla di cavalieri e di prelati sono radunati con Gregorio IX e presente quel Giovanni di Brienne, quello che Francesco vagheggiò di seguire come cavaliere…ora invece ad Assisi viene canonizzato, dopo appena un anno dal processo canonico. Festa a San Damiano ove il papa stesso così saluta Chiara e le compagne e intende offrire una mitigazione della loro terribile povertà in cui si dibattono. Chiara rimane fedele alla regola di Francesco e risponde Santissimo Padre, liberami dai miei peccati, non dal privilegio della santissima povertà – La proclamazione della santità di Francesco culmina nell’onore degli Altari e nell’albo dei Santi, così come quanto afferma iscritto nella bolla ufficiale promulgata dal papa, nel giorno di Colui che ci fu amico in terra…ed ora Santo nel regno dei Cieli !
1230- maggio Si compie la traslazione delle spoglie di San Francesco presenti frate Elia e Gregorio IX° nella nuova Basilica costruita dallo stesso Elia sul pendio del colle detto dell’Infreno(perché vi venivano gettati i corpi dei giustiziati)Da allora il colle viene rinominato del Paradiso. Il sito della tumulazione resta in segreto perché evitare ogni rischio di trafugamento di reliquie. Poi nel 1412 sarà ritrovata l’urna di pietra che conserverà i resti posti nella cripta attuale, ove il Poverello è venerato poi insieme ai suoi fedeli frati Leone, Masseo, Ruffino, Angelo e frate Jacopa. Qui finisce la storia o biografia di un uomo che è divenuto il santo protettore dell’Italia, che semmai nell’ora più sfortunata di povertà e miseria e mancanza di pane e di lavoro, componenti essenziali di ogni alimento e dinamica materiale che mai debbono mancare all’esistenza umana , perché neppure gli uccelli dei campi o fiori sono trascurati dalla provvidenza divina., ci è stato insegnato. Ma troppe sono le tempeste oscure che oscurano le menti che non sanno da che parte volgersi per risolvere quanto davanti sia problema che tutti assilla quotidianamente. Salvo che altri uomini semplici nelle vesti di Francesco o di frate Ugolino o di papa possano aggregare con il loro verbo e predicazione come nel remoto tempo delle ambigue e sanguinarie Crociate, che oggi passano per altre Imprese e per altri materiali scopi. E che nulla si deva spartire con la ricchezza , ma lottare contro la Povertà delle menti e delle tasche e dei cuori, che di certo richiedono un maestro di Vita del calibro di Francesco. Crociate contro la fame o la povertà innegabile, quella che sempre più diventa elemento di eguaglianza globale. O meglio Male universale che solo il cuore e la fede possono allora combattere e sconfiggere il nichilismo, se seguiamo le orme del novello Francesco, che nessuno giammai lo orbi con le tenaglie roventi dei cerusici, che promettono miracoli, ma la cui medicina appartiene solo ai Torquemada che bruciano e mandano in fumo visioni e i sogni, soprattutto di coloro che si sentono folli di Dio o di Francesco, perché solo i folli possono cambiare il mondo, questo lo ha detto il grande genio dei computer – Jobs !.
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