Il DILUVIO da Atlantide a NOE’ , il mito senza Oblio.
La tecnologia offre suggestioni irrinunciabili grazie all’arte cinematografica ed ai suoi bravissimi attori nelle vesti dei personaggi biblici. Nel mondo sono proprio questi best seller ed eventi biblici a marcare ciclicamente il revival dei misteri e degli enigmi del nostro più lontano insondabile passato. Dal mito di Atlantide narrato dagli Egizi ai Greci e al diluvio di Pirra e Deucalione si somma a quello evocato da Platone in modo da colmare la storia umana “ incognita” coperta dai miti e dalle leggende o fantastoria o arcaicità sopravvissuta solo grazie alla Tradizione (T)Orale.
Da mito universale riscontrato presente in tutti miti dalla Bibbia dei Maya ai Poemi o File Nordici, al Libro di Enoch, la storia remota dell’umanità oltre cinquemila an ni fa. È ancora tutta da ricostruire…nonostante che l’uomo su questa Terra sia esistito da mezzo milione di anni e ogni mito che cerca di dare un visione del passato (miti Indiani)sia considerati solo fantascienza .
Ma la schiera dei geologici che hanno scavato nelle viscere della madre terra , ci raccontano di Ere su ERE con cifre di milioni di anni, in cui la Vita e la GENESI scientifica è ben diversa da quella spiegata nei SEI GIORNI della CREAZIONE. Che per millenni e secoli era considerata la verità assoluta, inconfutabile dogma ,sinché la forma mentis degli studiosi e dei ricercatori hanno configurato senza più allegorie filosofiche , ma constatazioni, analisi, indagini, scoperte, intuizioni aperto il sentiero della SCIENZA, che ha i suoi precursori in bilico nel prendere il volo della ragione e delle scienze matematiche, architettoniche, metallurgiche, meccaniche ingegneristiche, chimiche o alchemiche, esplorando le cose della NATURA nella sua totalità. Così fece Leonardo al suo Tempo, perché acutissimo osservatore della natura e di ogni suo fenomeno che ha certosinamente ed accuratamente nelle sue pagine museali, vera primaria enciclopedia dei suoi passi , anno dopo anno , accumulando una pletora di nozioni disparatissime , ma sempre al fine di fondere il tutto nella sua geniale mente per abbracciare ogni cosa sopra la terra , sotto e sopra il mare come nel cielo nel regno dell’aria immaginando il mood di volare e poi anche oltre la Terra e i pianeti, luna e sole ect. E immancabilmente ci è restato del suo componimento dicono alcuni un’astrazione o soggetto virtuale di un lontano Viaggio in Arminia(Armenia),ma con tale descrizione come di chi fosse là presente , ai piedi di montagne innevate , valli e baratri , fiumi e villaggi popolati, come un turista o meglio un escursionista, cosa che di fatto era già la cosa descritta e documentata dei suoi interessi sul Mongibello(ETNA)e la sua scalata sul Monte Rosa( quando era al servizio 1590 al Moro). Lo dimostrano le orografie dei suoi panorami o Cime eccelse , che hanno preso la sua mano nel disegnare rupi e montagne e panorami e conche alpine aurifere per individuare sorgenti e fonti fluviali , che nutrivano i poi i famosi progetti e canali.
Quale importanza ha avuto quindi la descrizione del Diluvio stesso, e dei movimenti delle acque torrenziali e dei suoi catastrofici danni della strapotenza della natura sulle valli e paesi circostanti.
Il mito del Diluvio , quindi divenuto modello ed esempio della grande forza distruttiva della natura, a tal punto di immaginarsi egli stesso in terra d’Arminia come viaggiatore e persino nei panni di un Gionata o profeta inascoltato che assomiglia tanto al Zaratustra poi scritto da Nietzsche.
Le onde del diluvio antico , hanno più volte mutato la faccia dei continenti del globo terrestre perché l’evento o cicatrice della catastrofe geologica è stata memorizzata inconfutabilmente quanto gli stessi miti ancestrali, ricordano tale forza naturale degli elementi di questo cambiamento di pelle , che ha vissuto il pianeta terra e le civiltà perse e sepolte e dissolte di quell’epoca arcaica. Oggi ci resta non solo il ricordo , ma l’avviso che la Terra è soggetta ciclicamente a tali mutazioni, come insegnano e comprovano i geologi o quanto era del mito ricordato di tali Età d’Oro come è narrato nei Libro di Enoch, perché ove oggi c’è il mare c’era la terra, ove ci sono montagne, c’era l’abisso dei mari. Questi sono i ricordi e reminiscenze che come onde si accavallano nel nostro inconscio, e al logo DILUVIO , riesplodono con tutta la magnificenza, che l’evocazione fantastica alimenta ,quando oggi assistiamo al grande gioco scenico di rievocare e far vedere immagini spettacolari e regie con il risorgere il passato morto e sepolto. E poi lo insegna un saggio che Ciò che giace sepolto ,giace in Eterno! Inclusi tutti i sensi ed esaltazioni fatte visive e presenti in tanti capolavori dell’Arte, hanno un Mosè o un Zaratustra o qual si voglia Profeta ideato da Leonardo nel suo libro incompiuto, performance mancata di svelare la sua vena di scrittore ed evocatore della storia antica e sia del senso di tragedia che da ogni catastrofe ,ad opera della Natura riprende il suo corso nel rinascere e perire e poi risorgere della vita stessa. L’Arca quindi come archetipo e sia images che serba nel suo ventre come accadde a Giona – il Profeta di ogni epoca ciclica o metropoli condannata alla distruzione (Ninive) per una Grande Mutazione, la spettacolare devastazione , che a ragione non avviene per caso, se ci sono segnali eloquenti , quelli che alcuni previlegiati così intuiscono “lungimiranti” perché si preparano al peggio. Ad opera di una imbeccata aliena o divina : “ Nulla di nuovo sotto il Sole “ .
Inclusa allora pure la grande passione dell’archeologia o di chi a tutti i costi vuol insegnare che la Bibbia dice la Verità, una verità relativa. E che sotto le pendice del monte Ararat – si è sempre creduto che là fosse il Corpo sepolto dell’approdata l’Arca ,che così esisteva dai tempi arcaici, dopo il diluvio stesso, ed a tal punto che la gente si recava in pellegrinaggio escursionista per portare via un pezzo di legno o bitume del Sacro Vascello.
(Qui si dimostra come nella Mesopotamia fosse il sito ideale dei pozzi di bitume a cielo aperto e il suo uso per svariati impieghi, incluso come pece per saldare e impermeabilizzare i navigli come l’Arca stessa)
Un mito che pari a quello dell’Arca dell’Alleanza all’Indiana Jones , ha dato il via a nuovi eroi alla Cerca dell’Arca Perduta. Così negli anni Cinquanta Americani e seguaci Testimoni di Jehovah, convinti assertori biblici e ferrei anti evoluzionisti(contro la teoria Darwiana) hanno fatto apparizione con le loro tesi e arditi viaggi in Armenia, soprattutto nonostante i conflitti locali , sfidando la sorte per trovare conferma a tanta fede che fa persino eco, oggi incredibilmente a distanza di cinquecento anni , per quanto ha scritto dallo stesso Sigismondo Fanti, nel Trionfo di Fortuna, ora rivisitato nel mio SUMMA PROPHETICA , ed esposto poi su HERA, questo sepolto passato geologico reperto dell’Eco del Diluvio come singolare dove sia interrata o ancora sepolta l’ARCA di NOE’ ! Informazione come al solito taciuta e trascurata alla singolare coincidenza, che riaffiora dal passato per quanto interesse Leonardo da Vinci ed il Sigismondo Fanti, entrambi hanno condiviso la passione o ricerca virtuale ? O invece straordinario Viaggio che ancora si vuole obnubilare ? Mare, onde, acque, Diluvio, navigazione, altre coste, spirito marinaro ed quanta avventura celano questi ricordi che accomunano il genio fiorentino e la sua spalla , a tal punto da confondersi e mescolarsi immagini ed imprese. Ma leggiamo che quanto è ancora nascosto e sepolto secondo il Fanti (1526):
• Un corpo regular-arche sotterrato
• In terra sua over in Alto Luoco
• E che di quel scoperto ne sia un puoco
• Cerchiano di haverlo tutto misurato.
( Sybilla Amalthea 82-XXII°)
Il corpo regolare dell’Arca che giace ancora sotterrato sia in terra , nel luogo- posto bene oltre in alto luogo, sulla cima del monte biblico. Il corpo della Nave in parte scoperto così ancor a fior di terra. Nasce quindi la convinzione del mito, che appunto hanno ingigantito le leggende , non solo da parte biblica, ma eccezionalmente dal ritrovamento delle tavolette cuneiforme sumero-babilonesi del mito di Gilgamesh – che ora riconosciuta come narrazione di diversa fonte e così singolare da accreditare e consolidare maggiormente il mito. Molte coincidenze che hanno nel protagonista sumero la fotocopia di Noè, invece chiamato Sitnapistim- l’eroe del Diluvio( Nabul). Dal testo del 1898 Mitologia Babilonese Assira (Hoepli).
Il DILUVIO
Dopo la teofania di Oannes,il dio pesce che fu maestro delle genti mesopotamiche, il più grande evento dell’età leggendaria della Caldea, fu il Diluvio, il cui racconto è contenuto nella XI tavola del poema d’ Izdubar,la serie meglio conservata. La narrazione ha la sua corrispondenza con quella biblica. Eccone il riassunto. Il Diluvio avvenne al tempo di Sitnapistim, il Xisutro di Beroso, lo storico greco in merito all’ultimo d’una dinastia di dieci favolosi monarchi. Le datazioni sono leggendarie se si crede a quanto lo storico caldeo indica costoro che regnarono 120 sari pari a 432 mila anni( il Saro = 3600 anni- da cui Sarot = 365 giorni l’anno solare) durante cui apparvero vari Mostri come Oannes, dal mare esseri dal corpo metà umano e metà pesce, anfibi che furono i primi civilizzatori dell’umanità. Vi furono quindi re antidiluviani caldaici, Aloros, il primo monarca scelto dalle divinità a pastore del popolo. C’ è dunque un lunga tradizione caldaica intorno al diluvio. E la spiegazione di come sia avvenuto con differenze dal racconto biblico, che ha l’Eterno che punisce l’umanità corrotta con il diluvio, e salva Noè istruendolo a costruire l’Arca.
Nel testo cuneiforme è Bel(l dio) che non fa distinzione tra colpevoli e innocenti e scatena il cataclisma. Ma l’altra divinità Ea invece compassionevole qui accusa Bel di mancanza di pietà. Fu la vendetta degli Dei contro gli uomini, incuranti dei loro doveri verso le divinità. Una circostanza similare al flagello egizio scatenato dalla dea felina SEKEB assetata di sangue , che avrebbe altrimenti sterminato l’umanità, salvo ubriacarla per farle perdere l’intento e così salvare il mondo.

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Un litigio tra Dei che ha in Sitnapistim, re di Suruppak salvato con tutta la sua famiglia da Ea, il dio benevolo che alla caduta della pioggia formidabile escogita un modo per avvisare Sitnapistim che si rifugia nella nave e chiude la porta, affida il governo della nave capiente a Puzur-Bel(il protetto da Bel)quale pilota della grande casa galleggiante(l’arca) e ciò che vi era dentro. Lo scenario dice che all’aurora salì dalle fondamenta del cielo , una grande nube nera. Ramman vi tuonava dentro, Nebo e Marduk correvano davanti ad essa, correvano come duci per i monti e per le valli. Nergal strappò l’ancora della nave, Ninib giunse impetuoso….a scatenare la tempesta ,gli Annunaki alzarono le loro torce e con il loro raggiante splendore fecero tremare la terra. La tormenta di Ramman cambio ogni luce in tenebra che invase ogni paese dal gelo. Un giorno intero imperversò l’uragano e le acque soverchiarono i monti, la procella si avventò cozzando contro gli uomini ,il fratello non vide più il fratello, gli uomini non si riconobbero più l’un l’altro. E gli Dei ebbero paura del diluvio. Essi presero la fuga, essi si arrampicarono fino al cielo di Anu, gli dei urlanti come cani si accovacciarono sull’orlo del cielo. La donna gridò in doglie, gridò Ella, Istar la signora degli Dei dalla bella voce: Il tempo è passato(degli uomini9 è divenuto di nuovo d’argilla, perché dinanzi agli dei, Io ho detto male. A dire il male innanzi agli Dei o indotto al diluvio per l’annientamento dei miei uomini ( come la dea Sekeb ?) Quelli che io ho partorito dove sono essi ? Riempiono il mare come la prole dei pesci. Gli Dei piangevano sull’opera di distruzione gli Annunaki…che per Sei giorni e sei notti il vento infuriò, il diluvio e la tempesta imperversavano.( qui la durata del diluvio contrasta con quello biblico)Al sopraggiungere del Settimo giorno l’uragano rallentò, cessò il diluvio che con i suoi cavalloni aveva battagliato come un esercito in campo, il mare rientrò nelle sue rive, la procella svanì, il diluvio ebbe fine.
Il racconto elenca dettagli di cui la Bibbia invece ne è manchevole:
Io spinsi lo sguardo sul mare e feci sentire alta la mia voce, ma tutti gli uomini erano di nuovo diventati terra, monti e piani non si distinguevano più f dli uni dagli altri. Io aprii lo spiraglio, e la luce cadde sulle mie guance, mi curvai se me stesso, mi accasciai, piansi e le mie lacrime corsero giù per le mie guance, come io vidi il mondo tutto terrore e mare. Dopo dodici giorni un lembo di terra emerse dalle acque, la nave tocco fondo nel paese di Nisir. Il monte del paese di Nisir trattenne la nave e non la lasciò più galleggiare. Un giorno, quattro giorni il monte Nisir trattenne…sino allo spuntar del settimo giorno feci uscire una colomba e la lasciai libera. La colomba volò qua e là , ma poiché non c’era luogo ove posarsi ritornò. Poi feci uscire una rondine e la lasciai libera. La rondine volò qua e là e poiché non c’era appoggio ove posarsi ritornò. Poi feci uscire un corvo e lo lascia libero. Il corvo volò, via, vide che le acque si erano abbassate e si riavvicinò alla nave battendo le ali e gracchiando, ma non ritornò.
Allora io lasciai uscire tutti dall’arca ai quattro venti, offrii un sacrificio agli dei e feci una libagione propiziatoria sulla sommità del Monte. Sette e sette vasi io disposi con entro giunco olezzante, legno di cedro e corteccia profumata. Gli de4i aspirarono l’odore ,gli dei aspirarono il gradevole profumo, gli dei si ammucchiarono come mosche intorno all’offerta. La Signora degli Dei(Istar) giunse allora ed ella alzo il grande scettro che Anu per suo desiderio le aveva fabbricato. Ed es clamo che per questi Dei, lo giro per ilo nodo della collana del mio collo, io non dimenticherò questi giorni del diluvio. Io gli ho in mente e non li dimenticherò in eterno. Bel non ne goda, perché egli da dissennato ha suscitato il diluvio e votò gli uomini alla distruzione.
Quando Bel vide egli stesso l’Arca fu montato dal furore ed invaso dalla collera contro gli dei Igigi, domandandosi: Chi è costui che ne uscì vivo ? Nessun uomo doveva sottrarsi ala distruzione. Ninib aprì la bocca e disse all’eroe Bel: Chi all’infuori di Ea poté fare ciò ? Ea, egli conosce ogni cosa. Ea aprì la bocca e parlò e disse all’Eroe Bel: Tu, il più saggio fra gli dei, o eroe così stolto sei divenuto da suscitare il Diluvio ?.
Fa che il peccatore risponda del suo peccato, fa che il malvagio risponda della sua malvagità, ma sii paziente, non bisogna distruggere tutto, non bisogna sterminare tutto. Perché hai voluto suscitare il diluvio? Bastava che venisse un Leone (Basket= leonessa egizia mito ) a decimar gli uomini . Bastava una carestia che desolasse il paese. Perché hai voluto …bastava la peste per uccidere gli uomini..
Io non ho punto rivelato il decreto dei grandi dei, io feci avere una visione a Kasisadra- Adrahasis <Kassandra?) ovvero Sitnapistim e così egli conobbe il decreto dei grandi dei ed ebbe preso la sua decisione. A tali parole Bel salì sulla nave ,afferrò la mia mano e mi condusse dentro con mia moglie e la fece inginocchiare vicino a Me. Egli si rivolse verso di noi, si pose fra noi e ci benedisse- prima d’ora Sitnapistim era uomo, d’ora in avanti Sitnapistim e sua moglie siano venerati come noi, dei e Sitnapistim dimori lontano ala foce dei fiumi. Da allora essi gli dei ci condussero via e ci posero ad abitar lontano alla foce dei fiumi. E in conclusione questa non è la sola narrazione del Diluvio, secondo lo storico greco Beroso che aveva attinto ad altre fonti in cui il re del Tempo Crono avvisa dell’imminente cataclisma Xisutro(Noè) per mezzo di un sogno e gli spiega come costruire dettagliatamente l’Arca. E sia seppellire nella città del Sole = Sippara la città di tutti i Libri in cui erano segnati il principio e il mezzo e la fine delle cose – libri considerati sacri contenenti le rivelazioni di Oannes e di altri esseri divini. Dopo il diluvio vennero questi libri diseppelliti così da trasmettere agli uomini future generazioni, il sapere ivi contenuto.
Quanto all’Arca, ne esisteva e credevasi, che una parte della struttura sepolta o corpo ancora esisteva durante l’impero dei Seleucidi(287-181 A.C.) nei monti dei Cordiei in Armenia .Tanto che alcuni devoti ne raschiavano e portavano via il bitume, come reliquia per paralizzare l’influsso dei malefizi- o ne fabbricavano amuleti con iscrizioni magiche e cabalistiche. Un mito che non mancherà ancora di meravigliare semmai altre fonti obnubilate o occulte verranno a galla alla memoria delle acque e delle rive del mondo come un novello Oannes ,l’uomo pesce che non è errato ancora accostare ai pescatori di pesci diventati pescatori di uomini e nel segno del Pesce IKTHUS Cristiano , che è simbolo della novella tempesta e diluvio purificatore della Finale Rivelazione che ha rigenerare nuovi cieli e nuova terra e la sua futura Umanità.
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